La compagnia degli “Indie” – Indipendent Games

Mondo Mentale 1 Comment

Titolo ironico per ricordare INDIE, il nome utilizzato per definire tutti quei titoli creati da software house indipendenti, spesso formate da pochi membri, ma che mettono tantissima passione in quello che fanno. Parecchi post fa avevo scritto qualche riga per descrivere tre giochi molto interessanti:

  • Crayon Physics Deluxe
  • Machinarium
  • World of Goo

Scopi diversi, ma nel loro genere assolutamente unici sia da un punto di vista grafico sia come giocabilità;  sono il chiaro esempio di prodotti Indie di qualità. Senza dilungarmi troppo, ecco il link della vecchia discussione, vorrei proseguire parlandovi di altri titoli degni di nota, questa volta cercando di focalizzare l’attenzione su prodotti simili all’ottimo Machinarium che resta una splendida avventura punta e clicca creata dal gruppo Amanita Design creatori anche di Samorost e Samorost 2, due avventure grafiche che lo hanno preceduto.

Probabilmente molti li conosceranno già, ma gli dedico giusto qualche parola, soprattutto al secondo capitolo di Samorost, che pur non possedendo la stessa longevità dell’ultimo nato, offre una esperienza piacevole.

Samorost 2

Sviluppatore: Amanita Design

Il gioco è un punta e clicca, di quelli in stile Flash (infatti il gioco è fatto in Flash). La storia inizia su di un pianeta molto particolare, ma più che un pianeta direi una grande roccia che forse roccia non è e con una forma piuttosto strana. Una paio di ladruncoli alieni pensano bene di atterrare sul pianeta per fregare una sorta di frutto prelibato che ricorda vagamente la pera. Un cane da guardia un po’ impaurito li affronta, ma subisce la stessa sorte delle pere: un bel soggiorno in un sacco di iuta. Gli alieni però non hanno fatto i conti con lo strano abitante del pianeta che, svegliatosi per l’abbaiare del suo cane, scorge i due furfanti mentre fuggono dal pianeta con il succulento bottino, completo di cane da guardia.

Così ha inizio l’avventura dello strano abitante con la papalina in testa che grazie alla sua singolare astronave insegue i due furfanti fino al loro pianeta, dove dovrà risolvere enigmi per riuscire a salvare il suo fido cane e … basta raccontare perché il gioco è piuttosto corto e non vorrei rovinarvi la storia.

Osservando e giocando Samorost 2 si notano subito le differenze con Machinarium, stessa mano, ma una cura  completamente differente. Gli enigmi sono piuttosto semplici da risolvere e un giocatore un po’ pratico di punta e clicca completerà il gioco in meno di un’ora. Peccato perché personalmente penso che si senta la mancanza di giochi punta e clicca vecchio stile. Tutto sommato però non mi sento di dire nulla di negativo sul team Amanita Design che è riuscita a sfornare successivamente un gioco come Machinarium.

Samorost 2 probabilmente è stata una esperienza che li ha portati a maturare e perciò ritengo vada provato e giocato visto anche il costo irrisorio del gioco che nell’ultimo periodo si poteva trovare a poco meno di 2 Euro. Non aspettatevi grafica ed effetti mozzafiato, più che altro passerete un’oretta, o anche meno, piacevolmente.

Suggerimento: il gioco purtroppo è sviluppato in formato 4:3 quindi non lo vedrete full screen su monitor 16:9. L’unico modo per ovviare al problema è quello di cliccare con il tasto destro e selezionare INGRANDISCI, e successivamente RIDUCI. L’unico inconveniente è che va fatto per ogni livello che carica. Con i giochi in Flash questa è la soluzione per cercare di riempire il più possibile uno schermo in 16:9.

Quando si parla di giochi Indie bisogna tenere conto che i prezzi e le produzioni non possono essere paragonate alle mega software house che dominano il settore, ma in certi casi si ha la possibilità di portarsi a casa delle perle a pochi euro, a volte meno di un cappuccio e brioches. Essendo distribuiti in formato digitale molti potrebbero subire la tentazione di scaricarli, ma ahimè sarebbe un vero peccato perché credo sia importante supportare queste piccole software house indipendenti. Per chi vuole spendere poco ci sono i saldi online dei giochi distribuiti in DD (Digital Delivery).

Parlando di perle ecco il turno di:

The Tiny Bang Story

Sviluppatore: ColibrìGames

Senza dubbio, dal mio punto di vista, questo gioco è stato veramente una sorpresa piacevole. Finalmente qualcosa di rilassante, ma nello stesso tempo divertente, ameno e che ho rigiocato diverse volte. Nelle varie recensioni sparse in rete si leggono commenti molto positivi per quanto riguarda l’aspetto estetico, ma piuttosto negativi quando si parla della giocabilità.

Capisco che oggi se non c’è un mirino o un personaggio che si muove su schermo il gioco non ha un gameplay valutabile, ma parlando di The Tiny Bang Story non possiamo valutarlo come un gioco qualsiasi. Certo, è un punta e clicca (con click anche a caso in certi casi), ma l’esperienza di gioco è appagante. Saranno i colori, saranno le musiche, sarà che è bello tranquillo, sarà che finalmente è uscito un gioco molto curato e per un pubblico che può andare dai 6 ai 99 anni, toh facciamo anche 100.

Scopo del gioco? Rilassarsi e trovare pezzi di puzzle sparsi qua e là, risolvendo inoltre enigmi che possono impegnarvi per diversi minuti. Tutti avranno sicuramente giocato all’arcinoto gioco incluso in ogni Settimana Enigmistica: Trova i 7 particolari o 20 o le differenze… Ecco TTBS (nome del gioco abbreviato) è praticamente la stessa cosa solo in formato digitale e farcito di disegni di paesaggi fantastici e musiche perfettamente sintonizzate con lo scopo del gioco.

È un mondo che si colora e compone poco per volta e che vi offrirà ore di tranquillità, non tantissime, ma nemmeno poche per il prezzo al quale viene venduto. Terminato il gioco penserete di accantonarlo perché ormai sapete già tutto e avete trovato tutto, ma è qua che vi sbagliate perché a distanza di qualche settimana potrete riprenderlo in mano, il gioco intendo, e rifarlo daccapo perché quasi sicuramente non potrete aver memorizzato la posizione di ogni singolo oggetto.

Siamo lontani dall’esperienza vissuta con Machinarium, ma non di molto. La mancanza di un personaggio animato si sente, ma è realmente necessaria? Sicuramente il prossimo titolo che ColibriGames sfornerà sarà ancora più perfetto e completo. L’atmosfera non è lugubre come quella del povero robottino gettato nella discarica. I disegni dei fondali di TTBS sono dei piccoli “quadri felici” che starebbero bene stampati e appesi al muro di casa per dare allegria.

Sarebbe un peccato mostrare altre immagini e rovinarvi la sorpresa. Quindi non lasciatevi sfuggire questa piccola perla di piacevolezza in formato digitale. Mi raccomando con gli enigmi. Non andate a sbirciare le soluzioni al primo intoppo. Già il gioco non è lunghissimo, se poi ve lo fate con le soluzioni… che bella soddisfazione.

A concludere la parentesi delle avventure punta e clicca ci pensa un gioco che ha del potenziale, ma purtroppo è ancora nascosto:

Lume

Sviluppatore: StateOfPlay

Lume è un gioco strano, sembra più una beta di un gioco, vista l’esigua durata e la calibrazione della difficoltà degli enigmi. Quello che mi ha colpito però è il modo in cui è stato creato e cioè con fondali reali di cartone e la tecnica stop motion. Gli effetti che ha la telecamera quando si sposta sono molto belli e originali. Anche lui è un punta e clicca, ma purtroppo c’è veramente poco da cliccare perché il gioco è sviluppato in uno spazio ristretto. Leggendo sul sito dei produttori, Lume dovrebbe essere una avventura che si dipanerà nel tempo con nuovi episodi, ma che per ora restano un’incognita.

L’uscita o meno di nuovi capitoli probabilmente dipenderà molto dalle vendite del primo capitolo. Sinceramente non vale i soldi chiesti, ma durante il periodo di saldi è stato possibile acquistarlo a poco più di 2 euro e per cifre così basse ho voluto provarlo e dare fiducia ai programmatori.

Certo che anche loro avrebbero potuto stimolare di più l’utente e possibile acquirente fornendo un gioco più longevo, non dico tanto, ma almeno 2 o 3 ore di gameplay. Fa sempre parte dei giochi in Flash che soffre del problema del fullscreen con i monitor 16:9, ma facilmente aggirabile come riportato sopra.

Tornando al gioco. È la storia di una ragazzina, che deve ridare luce alla casa del nonno assentatosi per qualche ora. Ci sono un paio di enigmi belli tosti che vi spingeranno quasi sicuramente a guardare le soluzioni online, non fatelo perché questa volta il gioco dura pochissimo. Guardare le soluzioni significa non avere più nulla su cui pensare o provare a riflettere. Non abbiate fretta e troverete la soluzione.

Non c’è molto altro da dire su Lume, speriamo che esca altro materiale con il quale sarà possibile fornire un giudizio oggettivo e completo. Per ora è una specie di demo, ma che più corta non si può.

In conclusione direi che l’unico gioco degno di nota è senza dubbio The Tiny Bang Story seguito da Samorost 2. In coda mettiamoci pure questo Lume, ma sulla fiducia. Se avrete intenzione di giocarci e avrete problemi nel risolvere enigmi, chiedete pure, cercherò di aiutarvi senza fornirvi direttamente la soluzione su di un piatto d’argento, ma vi darò degli indizi.

È un po’ come in palestra dove l’istruttore vi supporta negli ultimi colpi con il bilanciere, se lo tirasse su per voi non avreste alcun beneficio. Stessa cosa nei videogiochi. Ricorrere sempre alle soluzioni non fa crescere le capacità videoludiche ed accorcia l’esperienza di gioco, figuriamoci quando i giochi sono corti.

Recovery Bios Asus Commando con cavo per SPI_J1

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PREMESSA: è la prima volta che mi capita di fare una procedura simile per una scheda madre, ma i miei amici sono dei gran casinisti 😀 e poi sono io che devo sistemare i danni. Ho raccolto informazioni qua e là, ma come al solito le guide sono sempre incomplete e gli utenti che scrivono nei blog si limitano a dire: “evvai ci sono riuscito” oppure “Grazie, funzionaaaa!” invece di spiegare per bene i passaggi eseguiti. Le guide sono una traccia per gli utenti e non possono mai essere completamente esaustive proprio perché le variabili in gioco sono molteplici e sono diverse per ogni utente.  Questo tipo di procedure possono anche peggiorare la situazione se non si sta attenti. Prima di iniziare la procedura di ripristino bios vi consiglio di provare a sostituire alcuni componenti e di eseguire il reset del cmos con motherboard completamente scollegata e senza batteria. Qui di seguito ho cercato di scrivere quello che ho fatto personalmente, per molte cose sono andato a memoria perché durante la fase di ripristino non pensavo che la procedura avrebbe funzionato e perciò non ho documentato ogni singola azione.

RIPRISTINO BIOS ASUS COMMANDO

NOTA BENE: con le motherboard ASUS non flashate mai da WINDOWS, usate direttamente AZ Flash del bios che fate prima ed è più sicuro!!!

Che cosa è il connettore SPI_J1 ?

Il connettore SPI_J1 per chi non lo sapesse è un connettore presente su alcune motherboard tipo la Asus Commando, PK5, ecc… che viene utilizzato per la procedura di recovery quando il flashing del bios non va a buon fine. Leggendo centinaia di discussioni ho notato che quasi tutti quelli che aggiornano da Windows hanno problemi di bios corrotto, e in molti casi a nulla serve la procedura di recovery con Asus Crash Free.  Alcune motherboard posseggono questo connettore, altre un altro in forma differente, altre ancora hanno il bios staccabile e acquistabile a pochi euro.

Quindi per prima cosa dovrete controllare che sulla vostra scheda madre sia presente questo connettore che è fatto così:

Quali sintomi aveva la scheda madre con bios corrotto?

Ovviamente schermo nero, ventole che girano, ma che per un attimo si spengono e ripartono come quando si modificano i parametri nel bios e si salva. Purtroppo non ho potuto ascoltare i bip che di solito fanno le schede madri perché su questa non c’era il beeper collegato. Il crash free era inutilizzabile. A nulla sono valse le cancellazioni del CMOS,  anche dopo una notte intera.

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Esito definitivo referendum 2011

Gazzettino Mentale 1 Comment

Ecco i dati definitivi (fonte il Ministero degli Interni) del referendum conclusosi nella giornata di lunedì 13 ore 15.00.

Inizialmente il dato dell’affluenza era stato conteggiato non considerando gli elettori residenti all’estero, pari a circa 3 milioni sparsi per il mondo.

L’elettorato italiano è pari a 47.117.456 dei quali il 57,04 % è andato a votare

L’elettorato italiano estero è pari a 3.300.496 dei quali il 23,07 % ha votato

Il totale composto da tutto l’elettorato pari a 50.417.952 ha portato la percentuale finale al 54,81 %

(il dato percentuale è in riferimento al primo quesito. Com’era prevedibile non c’è stato un elevato scostamento percentuale tra i quattro referendum che hanno ottenuto pressoché la stessa percentuale).

Come ho scritto nel post precedente il referendum dovrebbe essere un momento in cui il popolo si esprime liberamente su temi di qualsiasi natura, ambientale, sociale, ecc… Non deve perciò assumere una connotazione politica. L’astensionismo nei referendum, nella maggior parte dei casi, è un mezzo utilizzato per non far raggiungere il quorum e quindi far annullare il referendum stesso.  In alcuni casi, a causa di come vengono redatti i quesiti referendari, la gente potrebbe astenersi dal votare, proprio perché non accetta di rispondere a domande mal poste.

In ogni caso, a mio parere, sarebbe sempre opportuno presentarsi ai seggi ed esprimere il proprio punto di vista sui referendum, eventualmente votando anche scheda bianca. Il raggiungimento del quorum, soprattutto quando le tematiche sono così importanti, dovrebbe essere un punto di partenza certo e non una meta da raggiungere. Primo perché i referendum costano parecchi milioni di euro e secondo perché è giusto che tutti i cittadini possano esprimersi liberamente barrando, la casella del SI, quella del NO oppure lasciare scheda bianca.

La politica non dovrebbe immischiarsi durante il periodo del referendum. Governo e opposizione dovrebbero sostenere esclusivamente i motivi o del SI o del NO senza entrare in sterili polemiche oppure strumentalizzare il voto. Certe tematiche referendarie sono super partes e non sono riconducibili ad un colore politico. Il cittadino va adeguatamente informato e lasciato libero di valutare autonomamente. Imporre delle scelte non è certo un buon sistema e si rischia di ottenere il risultato opposto proprio perché gli individui sono capaci di pensare con la loro testa. Possiamo condividere le idee e discutere sui tecnicismi, ma l’ultima parola spetta a noi stessi.

La media nazionale dell’affluenza è stata piuttosto simile per quasi tutte le regioni tranne per alcune di esse che hanno ampiamente superato la soglia del 60%:

Trentino, Emila Romagna, Toscana e Marche

Non resta che sperare in un piano comune tra governo e opposizione, un piano propositivo che tenga conto dell’esito referendario, ma che non sia motivo di scontro politico. Temi come acqua ed energia sono interesse di tutti. Basta perdere tempo a leccarsi le ferite o gozzovigliare, c’è un Paese che ha bisogno di un piano energetico per un futuro eco-sostenibile e di acqua pubblica per tutti.

Tutti pensano sempre ad un profitto di natura economica, soldi per intenderci, ma il vero profitto è la qualità della vita per tutti, profitto ottenuto anche grazie al principio di precauzione che dovrebbe sempre essere applicato, ma che purtroppo viene considerato superfluo.

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