Cari e vecchi Sistemi Operativi, l’anno del passo falso?

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Ultimamente la mia attenzione informatica si è spostata verso due novità interessanti. Leggo molti blog e mi soffermo sui commenti della gente che sono lo specchio dei gusti e dell’evolversi dei vari sistemi operativi. Mi spiegherò meglio più avanti nel discorso.

Nel mondo informatico nulla dura per sempre, credo che questo sia assodato, si evolve continuamente molto spesso con tempi troppo rapidi e capaci di essere digeriti agevolmente dalla “massa”. Non sto parlando dell’evolversi della componentistica che anzi è sempre ben accetta, soprattutto in ambito videoludico e dei consumi, ma della velocità con cui i sistemi operativi si trasformano. Anche l’evoluzione della componentistica in un certo senso crea disagi, sia a livello economico, sia a livello di re-installazione di sistemi operativi, però è più accettata, poiché l’esperienza offerta utilizzando hardware di nuova generazione è sicuramente più appagante. Ahimè, molto spesso si è costretti a cambiare hardware a causa di videogiochi “pesanti” graficamente, che vengono ottimizzati meglio, guarda caso, per schede video nuove e cpu multi core.

Certe volte siamo di fronte a reali necessità di potenza, ma normalmente i giochi scattano su hardware più datati a causa dell’ottimizzazione mal riuscita o voluta e dei porting da console fatti con i piedi. La prova? Beh, senza stare a fare nomi, oggi ci sono ancora programmatori che riescono ad offrire esperienze piacevolissime usando le directx 9 spremute peggio delle olive nel frantoio. Le directx per chi non lo sapesse sono delle librerie grafiche utilizzate nei sistemi operativi Microsoft.

Il discorso sarebbe assai articolato, ma non è ciò che voglio affrontare. Lo stesso titolo è piuttosto chiaro: Cari e vecchi Sistemi Operativi. A cosa mi riferisco? Certamente alle evoluzioni dei principali sistemi operativi desktop che sono, in ordine di diffusione: Windows, Linux e Mac OS. Conosco piuttosto bene i primi due, meno il terzo che ho avuto modo di utilizzare in passato, ma per un breve periodo, perciò non lo considererò, anche in virtù del fatto che fa parte di un mondo a sé stante; dirò solo una cosa riferendomi ai sistemi Mac OS, nelle varie release hanno sempre cercato di mantenere il loro stile caratteristico senza stravolgere troppo il desktop.

I due aspetti che hanno suscitato il mio attuale interesse sono: la possibilità di vedere molto presto giochi, impensabili, su sistemi Linux (Unix) grazie alla piattaforma Steam di Valve e la naturale evoluzione di Windows giunto alla versione 8. Ho parlato di evoluzione, ma l’evoluzione è un qualcosa che si perfeziona, che giunge ad uno stato più completo e perfetto, quindi migliore. Siamo quindi sicuri che è giusto parlare di evoluzione per entrambe le novità?

Personalmente, non per fare il fanboy di turno, cosa che tra l’altro non mi sento e dimostro di essere, per carità nulla di male ad esserlo anche se spesso si è ottenebrati dall’euforia e non si vedono evidenti difetti, ritengo che la vera novità, l’evoluzione, sia da ricercarsi nella possibilità di installare Steam su macchine equipaggiate con Linux (da qualche parte avevo letto che per prima uscirà una versione compatibile con Ubuntu).

Il passaggio invece da Windows XP, Seven, Vista non lo considero, a Windows 8 sarà a mio parere molto difficile digerirlo a causa delle novità che reputo utili prettamente per sistemi mobili quali tablet e smartphone. Giusto poco fa, questa sera, mi è capitato di vedere un video che raccontava l’evoluzione dei sistemi Microsoft partendo dal primo Windows 1.0 agli attuali. Forse molti non sanno che, per esempio, Windows XP sarebbe dovuto andare in pensione molto tempo fa e per qualche strano motivo è ancora vivo e vegeto, magari senza nuovi aggiornamenti, ma pur sempre molto diffuso perché forse il più amato tra i sistemi MS. Per la cronaca WinXP è un sistema del 2001, ben 11 anni di vita, che per un OS sono veramente tanti.

Ho sempre sostenuto la bontà di WinXP, un sistema che se conosciuto a dovere è in grado di durare tranquillamente anni ed anni. Lasciate perdere quelli che dicono che va formattato ogni sei mesi, perché non sanno quello che dicono. Dopo 11 anni, ormai è forse il sistema operativo più modificato, ottimizzato, conosciuto in ogni sua parte, insomma è diventato quasi il miglior amico di ogni utente PC, utente attivo, che studia, cerca, si “sbatte” insomma. Il suo degno erede è senz’altro Windows 7 che è rimasto immutato sotto certi aspetti, ma ha portato innumerevoli migliorie e novità. Nemmeno il tempo di abituarsi a Window Seven che puf arriva Windows 8, il quale vorrà diventare la piattaforma di unione tra PC, Smartphone, Tablet e Console XBOX.

Appena uscito, Win7 fu acclamato come il vero successore di XP, anche perché Vista, che nella versione SP2 è quasi come Seven, partì con il piede sbagliato. Mi ricordo che molti rivenditori hardware, ai tempi dell’uscita di Vista, storsero il naso a causa della mancanza di drivers adatti al nuovo sistema, ecco che alla velocità della luce si sparse l’idea che il nuovo sistema era “brutto”, lento e cattivo. Anche XP appena uscito non è che fosse proprio una perla, mi ricordo che le BSOD (acronimo americano per le schermate blu tanto amate) erano frequentissime e solo anni di update e service pack hanno portato XP ad essere il sistema che tutt’ora è.

Quindi sarebbe più corretto dire che Seven è Vista Sp3, migliorato, ma con un nome nuovo. Ormai il nome Vista era bruciato e la brutta nomea, anche in occasione di un Vista SP3, non sarebbe stata cancellata; ecco perché MS ha tatticamente deciso di far uscire Seven. Giusto il tempo di abituarsi al nuovo 7 ed ecco che arriva Windows 8 che a detta di molti sarà il sistema operativo che metterà d’accordo PC, Smartphone, Tablet, e sicuramente le nuove console MS next gen.

Novità, tiles, l’interfaccia Metro che poi non si chiama più Metro per un problema di diritti sul nome, ma che poi tutti chiamano Metro, sistema più reattivo in avvio grazie al trucchetto dell’ibernazione forzata, ecc… insomma sembra quasi interessante, ma allora perché leggo molto scetticismo nei forum e nei blog? Perché se è un sistema così bello viene per la prima volta in assoluto venduto a 29 euro l’upgrade fino a gennaio 2013?

Mai visto un prezzo del genere per un sistema Microsoft, che forse il figliol prodigo si sia ravveduto e voglia favorire pirati reo confessi e riprendersi la fetta di utenti che è migrata verso altri lidi pieni di pinguini e mele tentatrici? Io invece credo che l’impatto avuto sul pubblico aziendale, la gente che lavora, quelli che hanno fatto arricchire Microsoft negli anni, non sia stato molto positivo. L’idea di perdere il vecchio sistema canonico del tasto Start – Programmi, tramandata per anni fino a Seven, farà ben pensare gli utenti che hanno da poco digerito la spesa per il “vecchio” Seven e già vedono comparire questo nuovo upgrade a basso costo. Sembrerà una stupidata, ma lo stesso trauma lo hanno avuto coloro che sono stati costretti a passare dall’ottimo Office 2003 alle nuove versioni con interfaccia Ribbon, a detta dei creatori, migliore e più facile da utilizzare. Pensate ad un povero lavoratore che a fatica è riuscito ad imparare ad usare Office 2003 e improvvisamente nelle nuove versioni si trova faccia a faccia con una interfaccia completamente nuova senza poter selezionare quella vecchia. Grazie a queste scelte audaci molti sono passati a soluzioni alternative come OpenOffice e LibreOffice che hanno mantenuto lo stile a menù che li ha sempre caratterizzati. Il software open source ringrazia. Non sarà quindi la paura che la massa non gradisca questa nuova interfaccia ad aver spinto MS a vendere Win8 con un super sconto goloso? Banale pensarci direi, ma alquanto probabile.

Già si parla di trucchi per modificare l’interfaccia o eliminarla del tutto, ma vi sembra normale che un utente debba acquistare un sistema nuovo e tramite degli hack eliminare delle features? Non sarebbe il caso di mantenere sempre ciò che ha fatto grandi i sistemi del passato e che ancora oggi viene richiesto a gran voce?

La nuova interfaccia Windows 8 è molto bella, ma inadatta a sistemi desktop. Non siamo ancora pronti a sistemi touch screen desktop tipo film fantascientifici, pensate poi che mal di schiena lavorare con le braccia alzate per 8 ore al giorno, senza più mouse e tastiera. Chi ha detto che l’interfaccia vecchia del buon XP e Seven non possa continuare ad esistere ancora per molti anni? Le ricerche di mercato? Ah bene, contenti loro.

Invece personalmente ritengo che questo sia l’anno del passo falso e della grande novità Linux, l’avvento di una piattaforma di videogiochi, Steam, di una grande casa che è Valve, la quale ci sta credendo e a breve disporrà anche di una versione Linux del suo client. Ubuntu ormai ha raggiunto una grandissima maturità e non è più possibile dire: “ma su Linux le cose non funzionano” forse in passato, ma ora il sistema è stabilissimo e ricco di programmi; “ma su Linux non ci posso giocare, se potessi giocarci allora migrerei”, questo invece sta cambiando e per la prima volta si intravede una luce nuova, quella chiave di volta che finalmente sarà in grado di soddisfare un pubblico assetato di completezza. Il gaming su Linux, su Ubuntu, questa sarà la vera novità di fine anno o del 2013, alieni e Maya permettendo.

Tornando al titolo posso affermare che Ubuntu è certamente un vecchio e caro sistema operativo che negli ultimi anni è cresciuto ed è cambiato graficamente, raccoglie ciò che di meglio viene proposto dalle controparti MS e MAC, che però conserva ancora lo stile semplice e intuitivo dei menù vecchia maniera, tanto amato dalla parte conservatrice degli utenti, un sistema che come vera novità non stravolgerà la vita agli utenti, ma regalerà una esperienza ora completa.

I motivi che hanno spinto Valve a valutare il passaggio a Linux non sono certo da ricercarsi solamente nelle “buone azioni” senza interessi, sappiamo in molti che la nuova politica del gaming su Windows 8 ha influito tantissimo, però gli auguro di avere successo e personalmente supporterò tale novità acquistando giochi compatibili Linux dalla loro piattaforma. Sono gli unici, insieme ai programmatori di giochi Indie (indipendenti) ad aver creduto in questa cosa ed è giusto che vengano premiati dalla comunità.

Con ciò non voglio precludermi a priori, come farebbe un nerd integralista e fanboy linuxiano, l ‘esperienza di Windows 8 sia solo per questioni di curiosità o per fini di studio. Il Pc è uno strumento poliedrico, limitarne l’esperienza ad un solo sistema operativo lo reputo uno spreco.

Vedete come due novità possono essere così diametralmente opposte: mentre una rischia di intraprendere una strada in salita, l’altra si sta preparando ad una bella discesa. Non è detto che chi sale fallirà, magari servirà più tempo e una maggiore apertura verso i gusti della gente, ritornare insomma su i suoi passi, come non è escluso che chi scende avrà vita facile senza incorrere in ruzzoloni pericolosi. Chi tra i due farà il passo falso? Quello che da anni cerca di affermarsi e che finalmente apre verso un mondo precluso da anni, oppure quello che da anni ha sempre offerto una buona esperienza completa, ma che ha deciso di abbandonare un passato certo per un futuro incerto?

p.s. per la cronaca si può giocare su Linux da tempo, però è molto limitato e meno immediato anche grazie ai publishers di titoli tripla A che preferiscono, per ovvi motivi di diffusione, supportare sistemi MS. Tra i titoli che saranno disponibili su Linux da subito ci sarà il mitico Serious Sam 3 della Croteam, ancora troppo poco? Sì, certo, ma è un buon inizio. A questi sommategli il parco titoli Valve e la mole di titoli Indie che sono già disponibili da tempo grazie alle offerte reperibili durante i famosi bundle che imperversano, in senso buono, nel web. La migrazione non sarà più una ipotesi, ma una realtà.

Per i nostalgici del 2D – Stealth Bastard

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Casualmente e stranamente, girovagando per negozi online, sono venuto a conoscenza di un giochino gratuito molto interessante – Stealth Bastard by Curve Studios. Attirato dalla parola FREE, pericolosa Sirena che attira i navigatori nei pericolosi mari della Rete :D, sono finito sul sito http:\\www.stealthbastard.com.

Incuriosito ho scaricato l’eseguibile. Pochi mega di scaricamento -20 MB- e via con l’installazione. Purtroppo per ora è disponibile solo per piattaforma Windows, forse verrà fatto un porting per Mac, ma di Linux non se ne parla poiché leggevo che il problema dipende dal motore grafico utilizzato, Game Maker, non compatibile per ora. Ho provato a emularlo con Wine senza successo, cioè parte, ma è ingiocabile a causa della lentezza ed è senza audio.

Comunque i requisiti sono i seguenti (un po’ altini considerando la grafica):

Processore: Dual Core 2.0Ghz
Memoria di sistema: 1Gb or greater of RAM
Memoria Scheda Video: 256Mb or more VRAM
Tipo Scheda Video: DirectX 8.0 compatibile
Sistemi Operativi supportati: Windows XP SP2 or better, Vista, Win7
Controlli: Tastiera / Mouse,  supporto per controlli Xinput (ad es. il pad Xbox per Windows)

I pochi mega del gioco si installano al volo, più che una installazione è una estrazione dei file. Al primo avvio verrà chiesto di creare un account che serve per i punteggi online; è obbligatorio, ma non richiede l’inserimento della propria e-mail. È sufficiente creare un nome e una password. Il gioco è in inglese, ma essendo un platform non è un grande problema la lingua. Nei primi livelli ci sono delle scritte che vi suggeriscono cosa premere come ad esempio «Premere il pulsante salto per saltare»… ma va?… per la serie “meglio essere precisi”. Comunque i tasti da utilizzare, quelli predefiniti, sono:

Z per saltare

Frecce direzionali per muoversi

Il gioco consiste nel superare dei livelli cercando di non farsi disintegrare da laser e robot poco amichevoli. La luce è la vostra nemica, nell’ombra non verrete visti, nella penombra verrete visti parzialmente. L’abilità è riuscire a completare il livello in poco tempo cercando di battere i giocatori di tutto il mondo presenti nella classifica online (ecco a cosa serve l’account iniziale).

Il gioco è molto carino sia perché immediato e semplice nei controlli (potrebbe risultare più comodo utilizzare il joypad), sia perché graficamente è essenziale e in puro stile retro, ma gradevole, con una buona palette colori che unita a luci e ombre crea una atmosfera di gioco che vi terrà incollati per ore. La longevità è un punto a favore, la presenza di un editor di livelli rende l’esperienza di gioco più corposa. Andando nella sezione Download è possibile scaricare una marea di livelli come dimostra lo snapshot seguente. Il numero potrà solamente aumentare e la difficoltà di gioco dipenderà dalla creatività degli utenti. Ottima anche la scelta di checkpoint che fanno ripartire il timer dal punto in cui siete stati disintegrati, ma le morti verranno comunque calcolate.

Le musiche azzeccate completano quello che risulta essere un ottimo prodotto gratuito e geniale perché è in grado veramente di risvegliare ricordi grazie ai richiami di giochi del passato. Probabilmente se l’avessero fatto pagare qualche euro, avrebbero venduto parecchie migliaia di copie. Sul sito potete controllare la Leaderboards nella quale sono presenti i punteggi migliori dei livelli ufficiali che sono 28, suddivisi in quattro sezioni. Il gioco non sarà certo una novità per molti, visto che è uscito a novembre 2011, però io, ad esempio, non lo avevo ancora provato. Ne avevo sentito parlare, ma non gli avevo dato troppa importanza. Provatelo se vi piacciono le sfide e l’immediatezza.

Riuscirete a scalare la leaderbords e raggiungere i primi posti? Buona fortuna

Questi sono i numeri di Stealth Bastard ad oggi 6 maggio 2012

— Total Deaths Worldwide: 6,165,061
Global Stealth Bastards: 104,515 (numero di utenti)
— Levels in Database: 829
— Global Levels Downloaded: 4,007,124
— Global Levels Completed: 769,756
Total Time Played Worldwide: 25 years, 25 weeks, 6 days, 2 hours, 28 minutes (numero di ore giocate)

La compagnia degli “Indie” – Indipendent Games

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Titolo ironico per ricordare INDIE, il nome utilizzato per definire tutti quei titoli creati da software house indipendenti, spesso formate da pochi membri, ma che mettono tantissima passione in quello che fanno. Parecchi post fa avevo scritto qualche riga per descrivere tre giochi molto interessanti:

  • Crayon Physics Deluxe
  • Machinarium
  • World of Goo

Scopi diversi, ma nel loro genere assolutamente unici sia da un punto di vista grafico sia come giocabilità;  sono il chiaro esempio di prodotti Indie di qualità. Senza dilungarmi troppo, ecco il link della vecchia discussione, vorrei proseguire parlandovi di altri titoli degni di nota, questa volta cercando di focalizzare l’attenzione su prodotti simili all’ottimo Machinarium che resta una splendida avventura punta e clicca creata dal gruppo Amanita Design creatori anche di Samorost e Samorost 2, due avventure grafiche che lo hanno preceduto.

Probabilmente molti li conosceranno già, ma gli dedico giusto qualche parola, soprattutto al secondo capitolo di Samorost, che pur non possedendo la stessa longevità dell’ultimo nato, offre una esperienza piacevole.

Samorost 2

Sviluppatore: Amanita Design

Il gioco è un punta e clicca, di quelli in stile Flash (infatti il gioco è fatto in Flash). La storia inizia su di un pianeta molto particolare, ma più che un pianeta direi una grande roccia che forse roccia non è e con una forma piuttosto strana. Una paio di ladruncoli alieni pensano bene di atterrare sul pianeta per fregare una sorta di frutto prelibato che ricorda vagamente la pera. Un cane da guardia un po’ impaurito li affronta, ma subisce la stessa sorte delle pere: un bel soggiorno in un sacco di iuta. Gli alieni però non hanno fatto i conti con lo strano abitante del pianeta che, svegliatosi per l’abbaiare del suo cane, scorge i due furfanti mentre fuggono dal pianeta con il succulento bottino, completo di cane da guardia.

Così ha inizio l’avventura dello strano abitante con la papalina in testa che grazie alla sua singolare astronave insegue i due furfanti fino al loro pianeta, dove dovrà risolvere enigmi per riuscire a salvare il suo fido cane e … basta raccontare perché il gioco è piuttosto corto e non vorrei rovinarvi la storia.

Osservando e giocando Samorost 2 si notano subito le differenze con Machinarium, stessa mano, ma una cura  completamente differente. Gli enigmi sono piuttosto semplici da risolvere e un giocatore un po’ pratico di punta e clicca completerà il gioco in meno di un’ora. Peccato perché personalmente penso che si senta la mancanza di giochi punta e clicca vecchio stile. Tutto sommato però non mi sento di dire nulla di negativo sul team Amanita Design che è riuscita a sfornare successivamente un gioco come Machinarium.

Samorost 2 probabilmente è stata una esperienza che li ha portati a maturare e perciò ritengo vada provato e giocato visto anche il costo irrisorio del gioco che nell’ultimo periodo si poteva trovare a poco meno di 2 Euro. Non aspettatevi grafica ed effetti mozzafiato, più che altro passerete un’oretta, o anche meno, piacevolmente.

Suggerimento: il gioco purtroppo è sviluppato in formato 4:3 quindi non lo vedrete full screen su monitor 16:9. L’unico modo per ovviare al problema è quello di cliccare con il tasto destro e selezionare INGRANDISCI, e successivamente RIDUCI. L’unico inconveniente è che va fatto per ogni livello che carica. Con i giochi in Flash questa è la soluzione per cercare di riempire il più possibile uno schermo in 16:9.

Quando si parla di giochi Indie bisogna tenere conto che i prezzi e le produzioni non possono essere paragonate alle mega software house che dominano il settore, ma in certi casi si ha la possibilità di portarsi a casa delle perle a pochi euro, a volte meno di un cappuccio e brioches. Essendo distribuiti in formato digitale molti potrebbero subire la tentazione di scaricarli, ma ahimè sarebbe un vero peccato perché credo sia importante supportare queste piccole software house indipendenti. Per chi vuole spendere poco ci sono i saldi online dei giochi distribuiti in DD (Digital Delivery).

Parlando di perle ecco il turno di:

The Tiny Bang Story

Sviluppatore: ColibrìGames

Senza dubbio, dal mio punto di vista, questo gioco è stato veramente una sorpresa piacevole. Finalmente qualcosa di rilassante, ma nello stesso tempo divertente, ameno e che ho rigiocato diverse volte. Nelle varie recensioni sparse in rete si leggono commenti molto positivi per quanto riguarda l’aspetto estetico, ma piuttosto negativi quando si parla della giocabilità.

Capisco che oggi se non c’è un mirino o un personaggio che si muove su schermo il gioco non ha un gameplay valutabile, ma parlando di The Tiny Bang Story non possiamo valutarlo come un gioco qualsiasi. Certo, è un punta e clicca (con click anche a caso in certi casi), ma l’esperienza di gioco è appagante. Saranno i colori, saranno le musiche, sarà che è bello tranquillo, sarà che finalmente è uscito un gioco molto curato e per un pubblico che può andare dai 6 ai 99 anni, toh facciamo anche 100.

Scopo del gioco? Rilassarsi e trovare pezzi di puzzle sparsi qua e là, risolvendo inoltre enigmi che possono impegnarvi per diversi minuti. Tutti avranno sicuramente giocato all’arcinoto gioco incluso in ogni Settimana Enigmistica: Trova i 7 particolari o 20 o le differenze… Ecco TTBS (nome del gioco abbreviato) è praticamente la stessa cosa solo in formato digitale e farcito di disegni di paesaggi fantastici e musiche perfettamente sintonizzate con lo scopo del gioco.

È un mondo che si colora e compone poco per volta e che vi offrirà ore di tranquillità, non tantissime, ma nemmeno poche per il prezzo al quale viene venduto. Terminato il gioco penserete di accantonarlo perché ormai sapete già tutto e avete trovato tutto, ma è qua che vi sbagliate perché a distanza di qualche settimana potrete riprenderlo in mano, il gioco intendo, e rifarlo daccapo perché quasi sicuramente non potrete aver memorizzato la posizione di ogni singolo oggetto.

Siamo lontani dall’esperienza vissuta con Machinarium, ma non di molto. La mancanza di un personaggio animato si sente, ma è realmente necessaria? Sicuramente il prossimo titolo che ColibriGames sfornerà sarà ancora più perfetto e completo. L’atmosfera non è lugubre come quella del povero robottino gettato nella discarica. I disegni dei fondali di TTBS sono dei piccoli “quadri felici” che starebbero bene stampati e appesi al muro di casa per dare allegria.

Sarebbe un peccato mostrare altre immagini e rovinarvi la sorpresa. Quindi non lasciatevi sfuggire questa piccola perla di piacevolezza in formato digitale. Mi raccomando con gli enigmi. Non andate a sbirciare le soluzioni al primo intoppo. Già il gioco non è lunghissimo, se poi ve lo fate con le soluzioni… che bella soddisfazione.

A concludere la parentesi delle avventure punta e clicca ci pensa un gioco che ha del potenziale, ma purtroppo è ancora nascosto:

Lume

Sviluppatore: StateOfPlay

Lume è un gioco strano, sembra più una beta di un gioco, vista l’esigua durata e la calibrazione della difficoltà degli enigmi. Quello che mi ha colpito però è il modo in cui è stato creato e cioè con fondali reali di cartone e la tecnica stop motion. Gli effetti che ha la telecamera quando si sposta sono molto belli e originali. Anche lui è un punta e clicca, ma purtroppo c’è veramente poco da cliccare perché il gioco è sviluppato in uno spazio ristretto. Leggendo sul sito dei produttori, Lume dovrebbe essere una avventura che si dipanerà nel tempo con nuovi episodi, ma che per ora restano un’incognita.

L’uscita o meno di nuovi capitoli probabilmente dipenderà molto dalle vendite del primo capitolo. Sinceramente non vale i soldi chiesti, ma durante il periodo di saldi è stato possibile acquistarlo a poco più di 2 euro e per cifre così basse ho voluto provarlo e dare fiducia ai programmatori.

Certo che anche loro avrebbero potuto stimolare di più l’utente e possibile acquirente fornendo un gioco più longevo, non dico tanto, ma almeno 2 o 3 ore di gameplay. Fa sempre parte dei giochi in Flash che soffre del problema del fullscreen con i monitor 16:9, ma facilmente aggirabile come riportato sopra.

Tornando al gioco. È la storia di una ragazzina, che deve ridare luce alla casa del nonno assentatosi per qualche ora. Ci sono un paio di enigmi belli tosti che vi spingeranno quasi sicuramente a guardare le soluzioni online, non fatelo perché questa volta il gioco dura pochissimo. Guardare le soluzioni significa non avere più nulla su cui pensare o provare a riflettere. Non abbiate fretta e troverete la soluzione.

Non c’è molto altro da dire su Lume, speriamo che esca altro materiale con il quale sarà possibile fornire un giudizio oggettivo e completo. Per ora è una specie di demo, ma che più corta non si può.

In conclusione direi che l’unico gioco degno di nota è senza dubbio The Tiny Bang Story seguito da Samorost 2. In coda mettiamoci pure questo Lume, ma sulla fiducia. Se avrete intenzione di giocarci e avrete problemi nel risolvere enigmi, chiedete pure, cercherò di aiutarvi senza fornirvi direttamente la soluzione su di un piatto d’argento, ma vi darò degli indizi.

È un po’ come in palestra dove l’istruttore vi supporta negli ultimi colpi con il bilanciere, se lo tirasse su per voi non avreste alcun beneficio. Stessa cosa nei videogiochi. Ricorrere sempre alle soluzioni non fa crescere le capacità videoludiche ed accorcia l’esperienza di gioco, figuriamoci quando i giochi sono corti.

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