Privacy, Driiin!!! Ma chi ti conosce? Perché hai il mio numero? Chi te lo ha dato?

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Questa volta mi piacerebbe provare a trattare e rispolverare un aspetto della privacy, quello delle telefonate commerciali indesiderate, così tanto discusso e sempre sulla bocca di tutti, ma realmente sappiamo come difenderci e tutelarci qualora avessimo anche il dubbio che possa essere stata violata? Per prima cosa cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta.

Privacy è chiaramente un termine straniero che ormai è utilizzato ampiamente in Italia da tutti quanti e il significato non è altro che “riservatezza”, riservato, cioè il diritto mantenere la mia vita privata e segreta oppure divulgarla pubblicamente. Quindi parlando di privacy ci si riferisce al diritto che ognuno di noi possiede, un sacrosanto diritto che non avrebbe nemmeno avuto bisogno di essere sancito da nessuna legge visto che ritengo sia legittimo decidere se e come divulgare le informazioni personali. Per fortuna esiste una legge che ci fornisce i mezzi per esercitare questo diritto come e quando vogliamo noi, ma quanti di noi realmente lo esercitano?

Solo noi stessi possiamo permettere la divulgazione dei nostri dati personali, abbiamo sia il diritto di fornire a terzi il permesso di utilizzare le informazioni, ma abbiamo anche il diritto di revocare questo permesso in qualsiasi momento e senza che nessuno si possa opporre. Mi rendo conto che nell’epoca dei Social Network parlare di privacy potrebbe sembrare fuori luogo, se non assurdo. Magari stiamo tanto a guardare il capello quando si firma un contratto telefonico, oppure un abbonamento per la palestra e poi ingenuamente forniamo un numero spropositato di informazioni personali in uno di questi social network, senza nemmeno renderci conto del valore che queste informazioni hanno per aziende che grazie al data mining estraggono miliardi di informazioni per i fini più disparati. Questo però è un altro tema che andrà affrontato meglio in un secondo momento.

Torniamo in tema dicendo che appunto la privacy è un diritto ed è sempre invocabile in qualunque circostanza; se avete firmato per il consenso dei vostri dati personali potrete richiedere al gestore di questi dati la rimozione completa della vostra anagrafica, ad esempio, dai loro archivi o database informatici.

Ma cosa devo cercare, cioè qual è la legge che mi tutela?

Si tratta della legge 196/2003 il cui testo integrale è disponibile a questo indirizzo governativo.

Quando siamo noi stessi che firmiamo e diamo il consenso senza leggere le clausole del contratto ecc… non possiamo poi lamentarci se veniamo contattati continuamente per promozioni pubblicitarie o affini, lo abbiamo scelto noi stessi e la legge non ammette ignoranza. Quindi spendiamoli dieci minuti per leggere cosa firmiamo, ma quando non abbiamo firmato nulla e per magia riceviamo materiale postale o peggio veniamo contattati telefonicamente da aziende che manco conosciamo? I motivi possono essere molti:

– presenza del proprio nome e numero negli elenchi telefonici
– firmando un contratto telefonico abbiamo anche aggiunto la firma che permette l’utilizzo dei dati personali per promozioni pubblicitarie
– peggio ancora le aziende si passano (vendono è meglio) le anagrafiche per fini commerciali, tanto sanno benissimo che volendo l’utente potrà revocare il diritto all’utilizzo, ma che nella totalità dei casi quasi nessuno fa nulla o perché non sa cosa fare o perché non ha voglia.

Mentre per le prime due possibilità possiamo fare qualcosa di tangibile che tra poco vedremo, per la terza purtroppo non possiamo fare nulla se non revocare continuamente questo diritto alle aziende che ci contattano senza il nostro esplicito permesso.

Chi di noi non ha mai ricevuto una telefonata commerciale da parte di un call center? I call center sono un altro dramma di questo paese sia perché chi ci lavora riceve stipendi da fame e sia perché se non produci e diventi una macchina da guerra non ti becchi le provvigioni, ma tanti bei “cazziatoni”. Come in ogni realtà è possibile trovare personale gentile, cortese e molto qualificato, ma spesso capita anche di trovare persone talmente insistenti, ma così insistenti che si è costretti a chiudere la comunicazione bruscamente.

Hanno ragione anche loro che devono lavorare e portare a casa contratti, ma devono anche capire che con il clima di diffidenza che si è creato negli ultimi anni non possono pretendere di trovare gente disposta ad ascoltarli e a fidarsi. Non conosco le percentuali di successo di questo sistema di marketing, però personalmente mi sembra molto fallimentare e per di più costringe alcuni operatori, che sono esseri umani come tutti, a diventare quello che non sono e spesso e volentieri a mentire per garantirsi almeno qualche minuto di conversazione, per poter dimostrare al proprio datore di lavoro di averci almeno provato.

L’unica cosa buona è che da qualche anno è stata introdotta la valutazione del servizio al termine della telefonata, ma disponibile solamente per realtà come grandi compagnie telefoniche oppure servizi telefonici regionali e statali. La meritocrazia è fondamentale in questo lavoro, chi è educato, onesto e diligente è giusto che venga premiato. Non voglio dilungarmi ulteriormente sull’argomento.

Come faccio a eliminare il mio numero di telefono dagli elenchi telefonici o impedire di essere contatto per fini pubblicitari?

È piuttosto semplice.

– Contattando il proprio operatore telefonico e richiedendo la rimozione dagli elenchi
– Attraverso il Registro Pubblico delle Opposizioni richiedo formalmente di non ricevere più telefonate per scopi commerciali

Il sito è accessibile a questo indirizzo dove è possibile iscriversi gratuitamente e conoscere i propri diritti in materia di marketing telefonico sia come utenti che come operatori che vogliono intraprendere servizi di telemarketing.

Nota Bene: l’iscrizione non elimina il vostro numero di telefono dagli elenchi, ma fornisce o meno il consenso ad essere contattati per scopi commerciali. Aziende serie rispetteranno la vostra scelta, se non sarete iscritti invece varrà il discorso del silenzio assenso, cioè chi tace acconsente ad essere contattato.

Ma allora non faccio prima a eliminarmi dall’elenco telefonico?

Ovvio che sì ricordando che solamente chi è ancora presente negli elenchi telefonici potrà iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni. Chi già non è presente come può essere contattato o vietarlo?

Ora che mi sono levato dagli elenchi telefonici sono tranquillo?

Assolutamente no e ve lo spiego subito il motivo. Le aziende furbette non riconsegnano mai i vecchi elenchi telefonici. Sono capaci di avere ancora elenchi di qualche decina di anni fa. Quindi se abitate da tanti anni nella vostra abitazione siete “spacciati”, perché anche se non sarete più presenti su quelli nuovi avrete lasciato una bella traccia nel passato.

Ma allora sono fregato, non c’è modo di non essere contattato?

La risposta è sni.

Esistono due possibilità per far valere il proprio diritto alla privacy.

La prima (non consigliata)

Attraverso la compilazione di un modulo che troverete allegato in fondo all’articolo sarà possibile richiedere alla azienda X di non essere più contattati per fini commerciali, di rimuovere completamente la vostra anagrafica dai loro archivi e di avere anche la risposta che tutto ciò è stato eseguito come prevede la legge. Potete utilizzare il modulo anche solo per modificare il consenso ai dati, senza revocarlo del tutto.

Mettiamo che un distributore di prodotti alimentari desideri farsi conoscere e dopo avervi contatto vi invia dei prodotti omaggio da degustare; a voi non piacciono e molto educatamente fate sapere all’azienda che non volete avvalervi dei loro prodotti. L’azienda non contenta ve ne manda ancora e vi contatta per conoscerne i motivi dimostrando non solo di non accettare il vostro no, ma diventando insistente e fastidiosa. Stufi di questa situazione, compilate il modulo di modifica del trattamento dei dati personali e lo inviate per raccomandata con ricevuta di ritorno, ma purtroppo non basta perché la legge dice che dovrete farvi riconoscere inviando anche fotocopia di un documento valido.

Nel caso l’azienda fosse già a conoscenza del vostro indirizzo (perché precedentemente vi aveva inviato dei prodotti omaggio) non succede nulla di strano, ma nel caso l’azienda conosca solo il vostro contatto telefonico non è il caso di inviargli pure un documento che attesti che siete proprio voi fornendogli su un piatto d’oro, l’argento vale poco, un indirizzo fisico dove spedirvi prodotti non desiderati per di più in contrassegno.  E allora come si fa?

La seconda soluzione (consigliata)

Ecco qua la soluzione dove non mandate nulla all’azienda scassaballe , ma segnalate il vostro disagio direttamente al Garante della Privacy a Roma con l’apposito modulo dove potrete annotare la data delle telefonate, il nome delle aziende, il nome dei responsabili e cosa volevano vendervi. Funziona realmente questa cosa? Non lo so però la procedura mi sembra corretta e se esiste questo servizio una risposta la otterrete.

Vale sempre il solito discorso, una azienda seria non vi scasserà le “balle” bruciandosi un potenziale cliente, una azienda poco seria invece continuerà a disturbarvi senza pietà e probabilmente l’unico modo di fermarli sarà ripagarli con la stessa moneta, chiamandoli continuamente tenendogli occupata la linea o tartassandoli di fax tutto nero con scritto “BASTA!!!” in bianco … probabilmente dopo la decima risma di carta che esauriranno o tre o quattro toner esauriti capiranno che è ora di non chiamarvi più… e se usano il fax digitale…? siete spacciati!

E ricordatevi che per legge chi vi chiama per fini pubblicitari deve avere il numero ben visibile, quindi attivatevi il servizio, spesso gratuito, dell’identificativo del chiamante.

La segreteria telefonica è l’arma contro le telefonate commerciali indesiderate, provare per credere. Quindi l’ideale è attivare l’identificativo del chiamante e dotarsi di una pratica segreteria telefonica digitale che oggi è reperibile a cifre molto basse per di più inclusa nei telefoni.

I casi limite sono sempre meno, ma è bene ricordarsi che è un nostro diritto decidere di essere contattati e/o di revocare la concessione, spesso acquisita illecitamente, di utilizzare i dati personali per fini pubblicitari. Le aziende oneste esistono per fortuna, perciò aiutate il mercato a fare piazza pulita da furbetti o disonesti, fate valere i vostri diritti.

Ecco la parte più interessante della legge 196/2003 i vostri diritti:

ART. 7 (Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti)

1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.

2. L’interessato ha diritto di ottenere l’indicazione:
a) dell’origine dei dati personali;
b) delle finalità e modalità del trattamento;
c) della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici;
d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2;
e) dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità’ di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati.

3. L’interessato ha diritto di ottenere:
a) l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati;
b) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non e’ necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati;
c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.

4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:
a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;
b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.

 

ECCO UN PO’ DI MODULISTICA

Modulo di modifica del trattamento dei dati personali da inviare alle aziende

Modulo ufficiale prestampato completo da inviare alle aziende

Modulo per segnalare al Garante della Privacy le aziende che continuano a disturbarvi

Fax tutto nero con scritto BASTA!!! per i disturbatori recidivi

 

UN PO’ DI SITI PER INFORMARSI MEGLIO

Sito Ufficiale Garante della Privacy

Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196

Registro delle Opposizioni

Altro sito con modelli da scaricare precompilati

Esito definitivo referendum 2011

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Ecco i dati definitivi (fonte il Ministero degli Interni) del referendum conclusosi nella giornata di lunedì 13 ore 15.00.

Inizialmente il dato dell’affluenza era stato conteggiato non considerando gli elettori residenti all’estero, pari a circa 3 milioni sparsi per il mondo.

L’elettorato italiano è pari a 47.117.456 dei quali il 57,04 % è andato a votare

L’elettorato italiano estero è pari a 3.300.496 dei quali il 23,07 % ha votato

Il totale composto da tutto l’elettorato pari a 50.417.952 ha portato la percentuale finale al 54,81 %

(il dato percentuale è in riferimento al primo quesito. Com’era prevedibile non c’è stato un elevato scostamento percentuale tra i quattro referendum che hanno ottenuto pressoché la stessa percentuale).

Come ho scritto nel post precedente il referendum dovrebbe essere un momento in cui il popolo si esprime liberamente su temi di qualsiasi natura, ambientale, sociale, ecc… Non deve perciò assumere una connotazione politica. L’astensionismo nei referendum, nella maggior parte dei casi, è un mezzo utilizzato per non far raggiungere il quorum e quindi far annullare il referendum stesso.  In alcuni casi, a causa di come vengono redatti i quesiti referendari, la gente potrebbe astenersi dal votare, proprio perché non accetta di rispondere a domande mal poste.

In ogni caso, a mio parere, sarebbe sempre opportuno presentarsi ai seggi ed esprimere il proprio punto di vista sui referendum, eventualmente votando anche scheda bianca. Il raggiungimento del quorum, soprattutto quando le tematiche sono così importanti, dovrebbe essere un punto di partenza certo e non una meta da raggiungere. Primo perché i referendum costano parecchi milioni di euro e secondo perché è giusto che tutti i cittadini possano esprimersi liberamente barrando, la casella del SI, quella del NO oppure lasciare scheda bianca.

La politica non dovrebbe immischiarsi durante il periodo del referendum. Governo e opposizione dovrebbero sostenere esclusivamente i motivi o del SI o del NO senza entrare in sterili polemiche oppure strumentalizzare il voto. Certe tematiche referendarie sono super partes e non sono riconducibili ad un colore politico. Il cittadino va adeguatamente informato e lasciato libero di valutare autonomamente. Imporre delle scelte non è certo un buon sistema e si rischia di ottenere il risultato opposto proprio perché gli individui sono capaci di pensare con la loro testa. Possiamo condividere le idee e discutere sui tecnicismi, ma l’ultima parola spetta a noi stessi.

La media nazionale dell’affluenza è stata piuttosto simile per quasi tutte le regioni tranne per alcune di esse che hanno ampiamente superato la soglia del 60%:

Trentino, Emila Romagna, Toscana e Marche

Non resta che sperare in un piano comune tra governo e opposizione, un piano propositivo che tenga conto dell’esito referendario, ma che non sia motivo di scontro politico. Temi come acqua ed energia sono interesse di tutti. Basta perdere tempo a leccarsi le ferite o gozzovigliare, c’è un Paese che ha bisogno di un piano energetico per un futuro eco-sostenibile e di acqua pubblica per tutti.

Tutti pensano sempre ad un profitto di natura economica, soldi per intenderci, ma il vero profitto è la qualità della vita per tutti, profitto ottenuto anche grazie al principio di precauzione che dovrebbe sempre essere applicato, ma che purtroppo viene considerato superfluo.

MPlayer, il miglior player esistente… per me

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Non è nulla di nuovo, gli utenti che provengono dal mondo Linux sanno già di cosa parlo e forse anche qualche utente Microsoft; ma gli altri sanno che esiste un lettore multimediale assolutamente essenziale e molto versatile? Ecco perché questo post è dedicato a MPlayer per il mondo Windows ed è rivolto proprio a coloro che ancora non lo conoscono.

Parto dicendo che MPlayer è gratuito e opensource. Già queste due caratteristiche sono sufficienti e dovrebbero invogliarvi a provarlo. Qualcuno potrà dire giustamente:”ma oggi sono praticamente tutti gratuiti i lettori multimediali” giusta osservazione, quindi vediamo se le altre caratteristiche potranno farvi ingolosire.

MPlayer non si installa, ma è sufficiente scaricare il file compresso ed estrarlo dovunque nel vostro computer. Potete persino portarvelo su una chiavetta usb o su un disco esterno senza problemi.

Apre praticamente tutti i file e qualora non riuscisse a visualizzare un determinato formato è possibile aggiungere il codec adatto nella cartella predisposta.

Come ho detto inizialmente MPlayer è un lettore essenziale rivolto a coloro che non amano interfacce grafiche troppo pompate che sono anche belle e piacevoli ma rallentano l’apertura dei file e hanno troppi menu complicati. Esiste comunque in due versioni: una semplice senza interfaccia grafica e una compilata con interfaccia grafica e la possibilità di configurarlo tramite un menu visuale.

Cosa vuol dire che è senza interfaccia grafica, senza skin? Significa che quando aprirete un file video, un film ad esempio, vedrete una finestra con il vostro video ma senza tasti, pulsanti o menu, solo la classica finestra blu con la X rossa per intenderci. Ovviamente la mancanza della skin porta dei notevoli vantaggi come la rapidità di apertura anche su computer non velocissimi. È pressoché istantanea l’apertura dopo aver cliccato sul file video. In verità le finestre sono due se consideriamo quella della console di windows, quella che ricorda molto il dos. Nella versione per Linux c’è solo una finestra.

Ma se è senza skin come faccio a mettere in pausa, a tutto schermo, andare avanti e alzare o abbassare il volume?

Niente paura perché è possibile utilizzare la tastiera e il mouse con una semplicità e rapidità assolute. Nessuno usa mai la tastiera, ormai la maggior parte degli utenti è mouse dipendente. Con MPlayer riscoprirete la bellezza della tastiera, la sua immediatezza. Certo è bello avere una bella console di comandi a schermo tutta colorata, ma quando guardate un film non è meglio avere una soluzione semplice senza troppi fronzoli? State guardando il film oppure il contenitore del film?

Mancando l’interfaccia grafica, quando si clicca sul file eseguibile MPlayer.exe non apparirà nulla e la domanda nasce spontanea.

Come faccio a vedere un film o sentire un file audio se cliccando sull’eseguibile non si apre nulla?

La risposta è semplicissima. Basta associare ai file video e musicali l’eseguibile di mplayer.exe. E come si fa? Si clicca con il tasto destro su un file video a caso ad esempio compleanno.avi e si sceglie PROPRIETÀ (se non vedete l’estensione, che è la parte di tre lettere dopo il punto, non ci sono problemi;  basta che sappiate che quello è un file video o audio).
Nella finestra che si apre cercate la voce APRI CON e cliccate su CAMBIA. Verranno proposti dei suggerimenti, ma voi cliccate su SFOGLIA o BROWSE e andate a cercare la cartella dove risiede il file mplayer.exe. Dopo averlo selezionato dovreste avere una cosa del genere.

In questo modo OGNI VOLTA che cliccherete due volte su un file video, in questo caso è un AVI, si aprirà utilizzando il programma MPlayer. L’associazione dei file va fatta anche per gli MP3, MPG, MP4, FLV, RM, MOV, WMV, ecc… insomma per tutti i file che vorrete aprire con il suddetto programma. Basta associare la prima volta e non sarà più necessario ripetere il procedimento.

Facciamo ora un passo indietro perché prima di associare i file è necessario scaricare il programma. Il sito originale di MPlayer è http://www.mplayerhq.hu

Per semplificarvi le cose ecco un link più diretto che vi permetterà di scaricare la versione di MPlayer più adatta alla vostra CPU (processore).

Scegliete tra le possibili soluzioni. Se non sapete che processore montate …siamo messi male 🙂 scherzo dai, scaricatevi CPUZ e lo scoprirete.

Se invece lo sapete andate a metà della pagina e fate la vostra scelta. Se sbagliate versione non succede nulla,  non sfrutterete l’ottimizzazione e basta, ma funzionerà ugualmente.

Una volta scaricata la versione scelta dovrete estrarre il contenuto in una cartella a piacere. Se volete potete anche lasciarla sul desktop, ma un po’ di ordine non guasta mai quindi suggerisco di collocarla in Programmi.

Una volta estratti i file dovreste avere una struttura come questa.

Si noti il file mplayer.exe, è quello che verrà associato ai file audio e video nel modo visto sopra. C’è il file mencoder.exe che permette la conversione dei file, ma per ora non serve e lasciamolo lì. Le cartelle che ci interessano sono:

CODECS: all’interno di questa cartella potrete copiare codec aggiuntivi reperibili da qua

MPLAYER: all’interno di questa cartella ci sono i file di configurazione del programma che si chiamano input.conf e config in seguito vedremo come utilizzarli (metto a disposizione due file già pronti scaricabili cliccando su questo link).

Scaricate l’archivio, estraete entrambi i file nella cartella mplayer.

OK, a questo punto dovrebbe essere tutto pronto per associare i file video come abbiamo visto sopra. La cosa più semplice è associare i file, ma se volete potete creare un link sul desktop al file mplayer.exe e trascinarci sopra i file audio e video per aprirli, un po’ scomodo; oppure potete creare un link all’interno del menu INVIA A (send to), in questo modo cliccando con il tasto destro sopra un file potrete inviare il file a mplayer. La soluzione più comoda, fidatevi, è l’associazione dei file.

Il programma così come lo avete scaricato è in grado di leggere la maggior parte dei formati audio e video. In particolare legge AVI, MP4, MPG, MP3, OGG, WAV, MID, FLV (sono i video in flash, quelli di youtube per intenderci), WMV, WMA, RM (realplayer), MOV (quicktime). Se non vi legge un file allora dovrete cercare il codec adeguato e copiarlo nella cartella CODECS.

Ora siete pronti per testare i vostri video. Mplayer riesce a leggere anche video in HD fino a 1080p. Certo, dovrete avere un computer decente per vedere i video in alta risoluzione. L’ho testato sul solito vecchio (si fa per dire) Amd 64 3200+ e funziona benissimo. Figuriamoci su macchine più nuove come Dual Core o Core 2 Duo.

Come file di prova consiglio l’ottimo BIG BUCK BUNNY che è in 1080p.

Vediamo ora in maniera più specifica i file di configurazione di MPlayer. Visto che stiamo utilizzando la versione senza GUI (acronimo di User Graphical Interface – Interfaccia Grafica) dobbiamo per forza mettere mano ai file di configurazione se per esempio volessimo usare il mouse per andare avanti nel film oppure modificare le opzioni relative ai sottotitoli. Nel vostro caso potrete utilizzare i file che ho messo a disposizione, pronti e modificabili a piacere. Ho impostato la dimensione dei sottotitoli in modo che tutti quanti, anche chi ha problemi di vista, possano leggerli da notevole distanza. Come tipo di carattere ho lasciato Arial, ma è possibile modificare a piacere il tipo di font.

Nella pagina successiva vediamo quali sono i tasti funzione e il file input.conf

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