Ubuntu – Creare un archivio multiplo rar o tar NON compresso (storage)

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La gestione degli archivi in Ubuntu è semplice e rapida. Mi è capitato però di dovere trasferire un file di grosse dimensioni in un disco formattato in FAT32, ma la copia non poteva essere effettuata in quanto il file superava il limite dei 4GB. La cosa migliore in questi casi è spezzare il file in parti di dimensioni ridotte. Per velocizzare il processo non volevo applicare una compressione, ma volevo solamente eseguire l’azione di “store“, divisione in parti uguali. L’obiettivo quindi era quello di creare un archivio multiplo spezzato in file da 100 MB con estensione RAR non compresso.

Il gestore archivi integrato è più che sufficiente per gestire gli archivi, ricordatevi solamente di integrare anche rar e 7zip per una maggiore compatibilità e flessibilità. Entrambi si possono facilmente installare da Ubuntu Software Center o da terminale.

L’opzione “store” senza compressione non è possibile selezionarla dal menù del gestore archivi; infatti come si vede nella foto posso solamente decidere il tipo di estensione, se cifrare l’elenco e la dimensione delle singole parti. Se il file da dividere è molto, ma molto grosso, potrebbero volerci diversi minuti per “splittarlo” e comprimerlo. Ecco perchè non conviene applicare la compressione durante la divisione in parti. Sinceramente non avevo voglia di aspettare così tanto. Ho cercato se esisteva un’interfaccia grafica per semplificare l’operazione. Ho installato diversi programmi senza però trovare l’opzione di archivio multiplo rar senza compressione. Uè magari non l’ho vista… Alla fine ho utilizzato la console.

Per semplificare la spiegazione:

Estesione archivio: rar
Compressione: no
Dimensione del file origine: 4000 MB (4 gigabyte)
Dimensione parti dei file: 100 MB
Nome file da spezzare senza comprimerlo: esempio.iso (è possibile anche scegliere una cartella)
Origine file: /home/nomeutente/Scrivania/esempio.iso
Destinazione archivio multiplo: /home/nomeutente/Scrivania/archivio (la cartella “archivio” deve esistere prima di lanciare il comando)
Nome File Archivio: esempio.rar

Il comando sarà:

rar a -m0 -v100000 /home/nomeutente/Scrivania/archivio/esempio.rar /home/nomeutente/Scrivania/esempio.iso

Praticamente rar è il nome del programma, a è l’opzione che crea l’archivio aggiungendo i files, -m0 (è uno zero) è il rapporto di compressione (0 è il valore per lo “store”), -v100000 è l’opzione che permette la divisione dell’archivio in parti da 100 MB (è espresso in byte), poi si mette il percorso con il nome dell’archivio da creare e infine il percorso del file di origine.

Il risultato saranno quaranta (40) file da 100 MB nella cartella “archivio”:

esempio.part1.rar
esempio.part2.rar
esempio.part3.rar

…ecc…

Se avessimo voluto creare invece un archivio multiplo (sempre senza compressione) con estensione TAR il comando da lanciare sarebbe stato il seguente:

tar -c -L 1000000 -f 1.tar -f 2-tar -f 3.tar -f 4.tar -f 5.tar /home/nomeutente/Scrivania/esempio.iso

Come vedete ho volutamente aumentato la grandezza dei file multipli perché altrimenti avrei dovuto scrivere quaranta volte l’opzione -f 1.tar -f 2.tar … -f 40.tar. Questo perché con il TAR dobbiamo decidere noi in quanti file vogliamo spezzare esempio.iso.

Mettendo l’opzione -L 1000000 decido che esempio.iso verrà suddiviso in file da 1000 MB (1 GB). Conoscendo la dimensione originale so che servono almeno 4 file da 1 GB per spezzare un file unico di 4 GB. Ho messo anche l’opzione -f 5.tar per sicurezza in quanto il file originale potrebbe essere 4010 MB e non 4000 MB precisi. Sempre meglio inserire un file in più per sicurezza.

Quindi per creare archivi multipli non compressi meglio TAR o RAR? Beh sicuramente il RAR è più compatibile con i programmi per gestire gli archivi disponibili su Windows, ma anche il TAR viene tranquillamente aperto da programmi come IZArc. Scelgo RAR in quanto crea da solo gli archivi e ci pensa lui a creare le parti. Il TAR invece richiede l’inserimento dell’opzione -f tante volte quante sono le parti in cui vogliamo spezzare il file unico esempio.iso

Questi due semplici comandi teneteveli da parte se siete soliti spezzettare gli archivi senza comprimerli. Se oltre alla divisione in parti volete anche comprimerli allora basterà utilizzare il menù di Ubuntu cliccando tasto Destro sul file da eleborare, scegliere rar e mettere la spunta a “Dividere in volumi da”. (vedi foto iniziale)

Ubuntu, Foto e Batch: come trasformare le proprie immagini in pochi click!

Appunti Cerebrali, Ubuntu No Comments

Nel lungo processo di migrazione verso Ubuntu, oggi mi sono imbattuto in un software veramente interessante e utile. Va certamente inserito nella lista dei programmi indispensabili da scaricare e configurare non appena si installa Ubuntu.

Quante volte vi sarà capitato di dover ridurre delle immagini, delle fotografie, in modo da creare file più leggeri per la posta elettronica? O semplicemente dovete rinominare una lista di fotografie e volete fare prima inserendo anche la vostra filigrana?

Quando si tratta di un paio di foto non ci sono problemi, ma quando dovete ridimensionare una intera cartella di immagini? Ecco Phatch, ci pensa lui a convertire tutto e in pochi click. Il nome Phatch è la fusione tra Photo e Batch; quando si parla di batch si intende un processo ripetuto n volte per n oggetti.

Esempio: dobbiamo rinominare dei files contenuti in una cartella; prima di tutto è necessario impostare il comando per rinominare un singolo file e successivamente, con una procedura batch, lo si applica a tutti i files contenuti nella cartella. Stesso discorso vale quando si vogliono ridimensionare delle immagini e portarle tutte quante ad una dimensione di 800×600. Prima si imposta come ridimensionarne una e poi si estende questo processo a tutte le fotografie che vogliamo ridimensionare.

Questo è uno degli aspetti delle procedure batch.

Dopo la breve parentesi sul batch torniamo a Phatch. Innanzitutto come si installa? Nel solito modo semplice offerto da Ubuntu e cioè aprendo Ubuntu Software Center situato in Applicazioni. Scrivete la parola “phatch” ed eccolo pronto per l’installazione. Procedete cliccando sulla freccia e poi su Installa. Così facendo avrete installato però la versione linea di comando, un po’ complicata da usare per chi non ha molta familiarità con il terminale e comunque molto scomoda. Per installare quella con la GUI (Graphical User Interface) dobbiamo ricorrere al solito comando del terminale:

Aprite il terminale in questo modo:

ALT+F2 e digitate:

gnome-terminal

Ora che il terminale è aperto digitate:

sudo apt-get install phatch-nautilus

(io ho installato entrambi i pacchetti, dovrebbe funzionare anche installandolo in questo modo sudo apt-get install phatch)

Ora vediamo come funziona il programma.

Per aprirlo andate in Applicazioni-> Grafica-> Phatch Processore Batch delle foto

Si presenta così:

Il funzionamento è molto facile ed intuitivo, i passaggi da fare li riassumo in questo modo:

1-aprire il programma
2-cliccare su + per aggiungere uno o più comandi alla “action list“, che è la lista delle azioni da eseguire sulle immagini.
3-configurare le singole azioni
4-concludere sempre la lista delle azioni con l’azione Salva, altrimenti non verrà salvato nulla.
5-scegliere la destinazione per le foto modificate (meglio impostare una cartella differente per mantenere un po’ di ordine)
6-scegliere la cartella dove sono contenute le immagini o foto da modificare
7-cliccare su Strumenti->Esegui per iniziare la procedura

Il punto FONDAMENTALE di questo programma è l’ordine di esecuzione delle singole azioni. C’è una logica che dovrete decidere voi.

La cosa migliore per capire è provare. Mettiamo di dover ridurre delle immagini, arrotondare gli angoli delle foto, inserire un testo, inclinare le foto per dare un effetto di prospettiva, salvare tutto come jpg.

1-Apro il programma

2-Scelgo il comando per ridimensionare o scalare le immagini

Clicco sul +, scelgo nel menu a cascata “Tutto” e cerco la voce “Scala”. Volendo è possibile scrivere la parola “scala” dentro lo spazio bianco. Clicco su Aggiungi per inserirla nella Action List

Nella foto si notano i parametri che possiamo modificare. Nel nostro caso decidiamo che la nuova dimensione delle immagini deve essere 800 x 600 a 72dpi, mantenendo le proporzioni. (ognuno cambierà i parametri come preferisce).

3-Scelgo, nello stesso modo, l’azione che arrotonda gli angoli.

Clicco ancora sul + e cerco la voce “rotondo” e la aggiungo alla lista. Le opzioni possono anche essere lasciate così come sono, ma a piacere è possibile variare la curvatura dell’angolo e il colore dello sfondo dell’immagine.

4-Ora devo aggiungere la funzione di testo in sovraimpressione

Clicco sul +, cerco “testo” e lo aggiungo alla lista. Scelgo cosa scrivere, il carattere da utilizzare, il colore del testo, la posizione, ecc…Ogni parametro potrà essere personalizzato secondo i gusti personali.

5-Ora è il momento di dare un maggior senso di prospettiva alle nostre fotografie.

Clicco sul + e cerco “prospettiva” e lo aggiungo alla lista. L’opzione principale da modificare è “Proiezione” cliccandoci sopra. Appare una finestra dove posso scegliere delle forme prospettiche preimpostate. Ne scelgo una che mi piace e clicco “seleziona”, consiglio per provare “Corner Bottom Right” (selezionabile in basso a sinistra). Per ora non tocco altri parametri.

6-Va inserito uno sfondo bianco

Clicco sul + e cerco “sfondo” e lo lascio bianco.

7-Ho finito, ma manca ancora l’ultima azione, quella di “Salvataggio”

Clicco sul +, cerco “Salva” e clicco su “Aggiungi”. Devo modificare sicuramente il nome del file immagine. A me ha dato errore quando ho scelto un paio di opzioni, ma funziona bene se imposto come nome “Image<###index>” oppure posso scrivere “Image_Phatch<###index>” per distinguerle da quelle non modificate. Insomma qua c’è da sbizzarrirsi nella scelta; è fondamentale inserire il parametro <###index> per numerarle. Poi devo scegliere il tipo di formato, ad esempio JPG, ma posso anche non mettere nulla e il formato in uscita sarà identico alle foto originali. Se le foto sono jpg, usciranno jpg. La parte più importante è la cartella di destinazione. Meglio impostare una cartella differente dalla cartella di origine.

La nostra Action List è completa, suggerisco di salvarla per non dover ripetere i passaggi in futuro. Cliccate su Action List-> Salva come… e salvatela dove volete. Per richiamarla in futuro basterà andare in Action List-> Apri e cercare la posizione dove avete salvato la vostra Action List.

Di default il programma salva le action list nel seguente percorso:

/home/nomeutente/.local/share/phatch/actionlist

Riassumendo, le azioni dovranno essere in questo ordine:

Ora il nostro Phatch è pronto per iniziare la procedura di trasformazione delle immagini

8- cliccate su Strumenti-> Esegui per iniziare il processo

Scegliete la cartella di origine, cioè quella che contiene le foto da modificare, cliccando su “Sfoglia Cartella”.

Ora cliccate su “BATCH”, apparirà una finestra con la lista delle foto che verranno modificate, scegliete “CONTINUA” per iniziare il processo che può richiedere da qualche secondo a diversi minuti in funzione del numero delle foto e delle azioni che sceglierete.

Il risultato non sarà un granché, ma l’obiettivo di questi passaggi è quello di farvi prendere familiarità con il programma e le opzioni. Ora che avete compreso come funziona il programma potrete sperimentare voi stessi le numerose combinazioni possibili fino ad ottenere un risultato piacevole.

Ho preparato come esempio una lista batch che permette di trasformare le vostre immagini in Polaroid. Ma nel programma esiste già la funzione Polaroid! Vero, ma in questo modo è possibile modificare a piacere molti più parametri. Ho volontariamente omesso la rotazione perché le immagini, ruotando, vengono ricampionate e aumenta la seghettatura delle linee. Conviene ruotarle in un secondo momento o farsi un’altra procedura batch che ruoti le immagini senza ricampionarle.

C’è anche la filigrana, watermark, che potete modificare creandovi una immagine tipo logo da inserire nella cartella:

/home/vostroutente/.local/share/phatch/watermarks

Scaricate la Action List, cercate di capire come funzione e modificate i vostri parametri a piacere per ottenere le vostre immagini personalizzate.

Il risultato sarà come questa foto

Ora che la Action List è pronta è possibile velocizzare ancora di più il processo di trasformazione attivando la DROPLET, che è una finestrella nella quale trascinare le immagini da modificare evitando di dover andare a selezionare la cartella. Funziona anche con selezioni multiple. Si attiva cliccando su Visualizza e mettendo il segno di spunta su Droplet

Note bene: è possibile attivarla solo se è stata caricata una Action List

Per oggi è tutto. Phatch è veramente un programma utile. Gratuito e ricco di funzioni tutte da scoprire. Personalmente lo installerò sempre nella mia Ubuntu.

SITO DEL PRODUTTORE

Wolfenstein Enemy Territory … ci gioco anche su Ubuntu Karmic 9.10

Appunti Cerebrali, Ubuntu No Comments

Mi è tornata la voglia di giocare a questo stupendo e gratuito gioco online.

Quale occasione migliore per testare il 3D su Ubuntu. Questo è un riassunto delle ricerche che ho fatto e che ho sistemato in modo da poter giocare a ET Wolfenstein.

Un consiglio per chi usa COMPIZ FUSION

Per evitare problemi conviene disabilitare gli effetti grafici mentre si gioca a qualcosa di 3D. La soluzione più rapida è scaricare compiz icon in modo da poter attivare e disattivare Compiz a piacimento.

È inoltre possibile e consigliato far partire fusion-icon all’avvio del sistema in modo da averlo sempre comodo nella barra in alto a destra. Per fare ciò si deve andare in Sistema-> Preferenze-> Applicazioni d’Avvio e inserire un nuovo collegamento. Il percorso del programma sarà: /usr/bin/fusion-icon

Per installare l’icona invece digitare nel terminale:

sudo apt-get install fusion-icon

ORA INSTALLIAMO IL GIOCO

1– scaricare il gioco da qui 258 mega

2– scaricare anche la patch 2.60b da 4 mega

3– se la vostra cartella di default per i download è Scaricati, dentro la /home/nomeutente/Scaricati fate così per installare il gioco:

cd /home/nomeutente/Scaricati

sudo sh et-linux-2.60.x86.run

per far partire l’installazione del gioco che sarà testuale e non grafica come capita con i giochi su windows.

N.B. Installate e lasciate tutto a default, tanto basterà ricordarsi le cartelle per rimuovere il gioco in un secondo momento.

Le cartelle di default sono:

Cartella installazione gioco

/usr/local/games/enemy-territory

Cartella collegamenti

/usr/local/bin

Cartella profilo gioco

/home/nomeutente/.etwolf/etmain/profiles

(Vi ricordo che per vedere le cartelle nascoste dentro la home si deve premere CTRL+H oppure attivarle dal menu visualizza)

Cartella Mappe scaricate

/home/nomeutente/.etwolf/

4– applicate la patch prima di lanciare il gioco

Applicare la patch significa sostituire due file dentro la cartella del gioco:

et.x86
etded.x86

Per far prima aprite una finestra di nautilus in modalità superuser in questo modo:

ALT+F2 e digitare

gksudo nautilus

Ok, ora estraete l’archivio della patch temporaneamente sul desktop, entrate nella cartella Linux e trascinate i due file sopracitati nella cartella

/usr/local/games/enemy-territory

Confermate la sostituzione, ma non chiudete la finestra.

5– Lanciando et.x86 avrete sicuramente problemi con l’audio visto che ET utilizza oss e invece voi avete alsa. Per risolvere il problema ho trovato su questo sito un eseguibile che permette di sentire l’audio.

Scaricate il file et-sdl-sound dal sito http://nullkey.ath.cx/~stuff/et-sdl-sound/ oppure cliccate qui

Estraete l’archivio, è un file unico. Copiate il file et-sdl-sound dentro la cartella del gioco /usr/local/games/enemy-territory dove avete precedentemente copiato i file della patch.

Ora per far partire il gioco basterà creare un link al file et-sdl-sound.

Se così non funziona esiste sempre il vecchio metodo come riportato nel sito.

a) scaricate il seguente file et-sdl-sound.tar.gz http://nullkey.ath.cx/~stuff/et-sdl-sound/et-sdl-sound.tar.gz
b) estraete l’archivio su desktop
c) copiate il file et-sdl-sound.so sempre nella cartella /usr/local/games/enemy-territory
d) ora aprite il terminale e create uno script su desktop

gedit /home/nomeutente/Scrivania/etlauncher.sh

incollate questi comandi:

#!/bin/bash
export ETSDL_SDL_LIB="libSDL.so"
export SDL_AUDIODRIVER="alsa"
cd /usr/local/games/enemy-territory/
LD_PRELOAD="${LD_PRELOAD}:/usr/local/games/enemy-territory/et-sdl-sound.so" ./et.x86 $*

Salvate e chiudete gedit

Ora rendete eseguibile lo script:

chmod a+x /home/nomeutente/Scrivania/etlauncher.sh

Prima di lanciarlo però potreste avere bisogno di installare la libreria libSDL.so. Come fate a capire se dovete farlo? Semplice basterà lanciare il gioco e sentire che manca ancora l’audio. Se state usando una installazione pulita di Karmic 9.10 dovrete installarlo perché non c’è.
Date questo comando

sudo apt-get install libsdl1.2-dev

Terminata l’installazione potrete giocare a Enemy Territory con l’audio e la patch 2.60b. 😀

È un gran gioco gratuito.

Buon divertimento.

Se per caso avete problemi con punkbuster del tipo che venite kickati senza motivo (PB GUID AUTH:UNKW …) potete provare ad aggiornare il punkbuster in questo modo:

1- andate al seguente indirizzo http://www.evenbalance.com/index.php?page=pbsetup.php
2- scaricate il file zip GUI Version 32 o 64 bit (di solito gli utenti che non conoscono la differenza dovrebbero scegliere la 32bit se hanno installato Ubuntu standard 32bit)
3- estraete il contenuto del file zip, pbsetup.run, sul desktop e poi trascinatelo nella cartella /usr/local/games/enemy-territory/pb con il solito metodo di ALT+F2, gksudo nautilus…
4- doppio click su pbsetup.run
5- aggiungete il gioco, impostate il percorso e fate update, insomma è la solita roba che si farebbe su windows.

Se vi dà ancora problemi allora provate a cancellare la cdkey dentro la cartella

/home/nomeutente/.etwolf/etmain/etkey

Se usate un firewall ricordatevi di aprire la porta:

UDP 27952

anche se non è indispensabile.


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