Montaggi video gratuiti con Ubuntu

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Casualmente ho scoperto KDEnlive, un programma veramente interessante e che mancava nella mia lista dei preferiti. Me lo annoto subito in modo da non dimenticarmelo.

Si tratta di un software per il video montaggio completamente gratuito e molto semplice da utilizzare. Devo ammettere che inizialmente pensavo fosse come l’ormai noto Cinelerra, ottimo come funzionalità, ma un po’ complicato per un uso out-of-the-box (praticamente pronti e via).

Stavo leggendo le novità su Distrowatch, in particolare mi ha incuriosito ZevenOS. Spulciando qua e là è saltato fuori questo KDEnlive disponibile all’interno di ZevenOS-Neptune (quella Debian based).

Ho subito provato a vedere se era presente anche dentro Ubuntu Software Center, ovviamente c’era.

I pacchetti binari sono disponibili anche sul sito per tantissime distro Linux (Debian, Fedora, Gentoo, Mandriva, OpenSuse, Slackware, persino un porting per FreeBSD e MacOSX)

Ubuntu è supportata dalla 8.04 all’ultima release

Installare da Ubuntu Software Center è una grande comodità anche se non sempre è consigliato. Infatti conviene installare i programmi alla vecchia maniera dalla console in modo da avere la certezza di utilizzare l’ultima versione disponibile, più aggiornata e sicuramente con bugs risolti.

Per tutti coloro che hanno Ubuntu 9.10, 10.04, 10.10 i comandi sono i seguenti:

1. andare in Sistema > Amministrazione > Sorgenti Software > Altro Software
2. cliccare su Aggiungi… e incollare:

ppa:sunab/kdenlive-release

3. chiudere e scegliere ricarica

Per coloro che hanno ancora Ubuntu Karmic (9.10) le chiavi ppa saranno recuperate automaticamente

Ora che è stato aggiunto il repo aggiornato basterà dare il solito comando nel terminale per installare un programma:

sudo apt-get update && sudo apt-get install kdenlive

Il programma facile e intuitivo fornisce la possibilità di esportare i vostri video montaggi in tantissimi formati purché abbiate i codec installati. Un problema che potrebbe capitarvi è quello di non riuscire ad esportarli in mpeg4 perché il programma mostra una bella X rossa.

Per evitare problemi installate fin da subito libavcodec-extra-52 dando questo comando:

sudo apt-get install libavcodec-extra-52 libavdevice-extra-52 libavfilter-extra-0 libavformat-extra-52 libavutil-extra-49 libpostproc-extra-51 libswscale-extra-0

per controllare la versione presente nel vostro sistema digitare in console:

dpkg -l | grep libavcodec

Nel mio caso (ubuntu 10.04, non aggiornata) mi ha restituito:

ii  libavcodec52                         4:0.5.1-1ubuntu1                                ffmpeg codec library

quindi avevo installato solo le libavcodec-52 e non le extra. Dopo aver installato anche i pacchetti extra potrebbe essere necessario far ripartire la procedura guidata di KDEnlive andando in Settings > Esegui la procedura guidata per la configurazione

Per ora è tutto, lo sto testando al volo e mi sta piacendo. Facile, intuitivo, con le funzioni che solitamente trovate in programmi a pagamento. Esporta in tantissimi formati e se non vi bastano potrete scaricarne altri con un click da Settings.

Per cosa utilizzarlo?

– per un montaggio di fotografie con effetti e musica
– per un montaggio dei vostri video del cellulare o videocamera
– per tagliare semplicemente un video e riconvertirlo
– per una presentazione

Nel sito di KDEnlive.org troverete anche delle guide introduttive in inglese. Invece su wikibooks c’è una guida in italiano e altre quattro lingue inglese compreso.

A chi è pratico basteranno 10 minuti per familiarizzare con il software e iniziare a produrre qualcosa. Chi invece lo trova ancora troppo complesso potrà sempre utilizzare il buon Pitivi, semplice, ma molto più limitato.

Ubuntu 10.04 – Suonare con M-audio Keystation 61ES – soundfonts gratuiti e di qualità

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A parte tutti i problemi che la nuova Ubuntu 10.04 mi ha dato con il vecchio notebook, posso dire di essere soddisfatto ora che ho riprovato a far funzionare la mia tastiera M-Audio Keystation 61-ES.

Un po’ di tempo fa su Gutsy avevo già affrontato il problema riuscendo a far suonare la tastiera, ma poi ho abbandonato. Giusto per sfizio, dopo aver risolto i mille problemi di grub2 (con la 9.10 e le precedenti mai avute così tante rogne), ho provato a collegare nuovamente la Keystation 61ES. Ovviamente è stata riconosciuta istantaneamente dal sistema come si vede nell’immagine. Ah, dimenticavo, essendo usb basta digitare il solito comando nel terminale: lsusb

Probabilmente anche altri modelli vengono rilevati in automatico. L’obiettivo questa volta è quello di suonare con dei font audio decenti e possibilmente con una vasta scelta di strumenti. Il risultato finale è molto positivo e soddisfacente. Servono praticamente gli stessi programmi dell’altra volta con qualche aggiunta.

1- I Soundfont da utilizzare

Questi sono la base fondamentale per poter suonare con qualsiasi tastiera midi. Più sono di qualità e campionati come si deve e maggiore sarà la sensazione di suonare con strumenti simili agli originali.

Nel nostro caso scarichiamo due soundfonts:

– il primo è scaricabile a questo indirizzo http://www.pianosounds.com/freesoundfont.htm e ed il suono di un pianoforte di buona qualità. Per estrarlo vi servirà anche il programma wine essendo un archivio autoestraente .exe

USERNAME = july
PASSWORD = flag

– il secondo invece lo si scarica da Gestione pacchetti (synaptic) cercando le seguenti voci:

fluid-soundfont-gs
fluid-soundfont-gm

(è comunque possibile installarli sempre con il solito metodo sudo apt-get install fluid-soundfont-gs ecc…)

Questi ultimi due soundfont contengono una miriade di strumenti musicali gratuiti, alcuni qualitativamente interessanti. Consigliatissimo per chi vuole divertirsi e avere la possibilità di suonare archi, piano, orchestra, fiati, legni, synth, ecc…

2- I programmi necessari

Rapidamente i pacchetti che servono sono i seguenti:

jackd
qsynth
qjackctl
vkeybd (opzionale se non avete la pianola USB)

Sono tutti installabili da Gestione Pacchetti

3- Jack Control

Durante l’installazione potrebbe chiedervi se volete aumentare la priorità del programma per avere una latenza audio minore. Se avete almeno 1 GB di ram (forse anche qualcosa meno), mette il segno di spunta quando richiesto.

Una volta installato lanciatelo da Applicazioni > Audio e Video > Jack Control

Quasi sicuramente quando premerete il tasto PLAY vi restituirà un errore. Per evitarlo conviene editare subito il file limits.conf situato nella cartella /etc/security/

Digitate:

sudo gedit /etc/security/limits.conf

Inserite in fondo queste due righe, salvate e chiudete:

@audio          -       rtprio          100
@audio          -       nice            -10

Fatto questo dovrete verificare che il vostro utente faccia parte del gruppo “audio”. Per verificare ciò dovete andare nel menù Amministrazione -> Utenti e Gruppi, cliccare su Gestisci Gruppi, selezionare la voce audio nella lista e cliccare su proprietà, aggiungere infine il segno di spunta sul vostro utente. Riavviate la sessione.

Ora il server Jackd non dovrebbe dare più errori. Lanciate Jack Control e premete il tasto PLAY.

Il server dovrebbe avviarsi. Lasciatelo lì e passiamo ad un’altra configurazione (poi torniamo su jackd). La tastiera USB deve essere collegata e accesa.

4- Configurazione di Qsynth

Andate in Applicazioni -> Altro -> Qsynth e avviatelo.

Qsynth è un interfaccia grafica (GUI) che vi permette di caricare i soundfonts precedentemente scaricati e vi permette pure di controllare gli effetti.

Quello che dovete fare è:

– cliccare su SETUP
– nella finestra che appare, cliccate su Soundfonts
– cliccate su OPEN e cercate i soundfonts scaricati all’inizio. Per semplicità scegliamo fluid-soundfont-gs
fluid-soundfont-gm. Sono nella cartella /usr/share/sounds/sf2/
– selezionateli entrambi (usate il tasto ctrl per la selezione multipla)
– cliccate su OK e uscite dal Setup

Vi chiederà di riavviare l’applicazione, fatelo cliccando su yes

Ora torniamo a jackd, ma ricordatevi il tasto Channels perché dopo servirà per cambiare gli strumenti musicali.

5- Connessione M-Audio Keystation 61ES con Jackd

Ritornate alla finestra del server jackd lasciata aperta prima. Cliccate su Connect, nel menù che appare cliccate su ALSA e collegate usando il mouse tasto sx la tastiera a sinistra con Fluid Synth come si vede in figura:

Dovreste già poter sentire il suono di un pianoforte se premete i tasti della pianola.

6- Scegliere gli strumenti in Qsynth

Il primo strumento proposto è un pianoforte, ma sono disponibili tanti altri strumenti gratuiti. Tornate nella finestra di Qsynth, cliccate sul tasto Channels e si aprirà questa finestra:

La vostra tastiera è il primo canale (1), cliccando su Yamaha Grand Piano ecc… si aprirà una nuova finestra nella quale potrete selezione tantissimi strumenti ed effetti sonori. Per esempio nel BANK 0 sono selezionabili circa 127 strumenti, negli altri ci sono per lo più effetti sonori.

Fine, ora avete la vostra M-Audio Keystation 61 ES perfettamente funzionante su Ubuntu 10.04 (funziona anche su versioni precedenti). La latenza audio non è male considerando l’età vetusta del notebook e la scheda audio integrata non di ultima generazione.

Prossimamente proverò a cercare di utilizzare software per registrare quello che si suona e comporre.  Se nel frattempo volete testarli ecco quelli consigliati: Muse Score,  Rosegarden e ovviamente il noto Audacity.

Riferimenti per la stesura della guida:
Forum di Ubuntu (english)
Guida precedente Gutsy

Ubuntu – Creare un archivio multiplo rar o tar NON compresso (storage)

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La gestione degli archivi in Ubuntu è semplice e rapida. Mi è capitato però di dovere trasferire un file di grosse dimensioni in un disco formattato in FAT32, ma la copia non poteva essere effettuata in quanto il file superava il limite dei 4GB. La cosa migliore in questi casi è spezzare il file in parti di dimensioni ridotte. Per velocizzare il processo non volevo applicare una compressione, ma volevo solamente eseguire l’azione di “store“, divisione in parti uguali. L’obiettivo quindi era quello di creare un archivio multiplo spezzato in file da 100 MB con estensione RAR non compresso.

Il gestore archivi integrato è più che sufficiente per gestire gli archivi, ricordatevi solamente di integrare anche rar e 7zip per una maggiore compatibilità e flessibilità. Entrambi si possono facilmente installare da Ubuntu Software Center o da terminale.

L’opzione “store” senza compressione non è possibile selezionarla dal menù del gestore archivi; infatti come si vede nella foto posso solamente decidere il tipo di estensione, se cifrare l’elenco e la dimensione delle singole parti. Se il file da dividere è molto, ma molto grosso, potrebbero volerci diversi minuti per “splittarlo” e comprimerlo. Ecco perchè non conviene applicare la compressione durante la divisione in parti. Sinceramente non avevo voglia di aspettare così tanto. Ho cercato se esisteva un’interfaccia grafica per semplificare l’operazione. Ho installato diversi programmi senza però trovare l’opzione di archivio multiplo rar senza compressione. Uè magari non l’ho vista… Alla fine ho utilizzato la console.

Per semplificare la spiegazione:

Estesione archivio: rar
Compressione: no
Dimensione del file origine: 4000 MB (4 gigabyte)
Dimensione parti dei file: 100 MB
Nome file da spezzare senza comprimerlo: esempio.iso (è possibile anche scegliere una cartella)
Origine file: /home/nomeutente/Scrivania/esempio.iso
Destinazione archivio multiplo: /home/nomeutente/Scrivania/archivio (la cartella “archivio” deve esistere prima di lanciare il comando)
Nome File Archivio: esempio.rar

Il comando sarà:

rar a -m0 -v100000 /home/nomeutente/Scrivania/archivio/esempio.rar /home/nomeutente/Scrivania/esempio.iso

Praticamente rar è il nome del programma, a è l’opzione che crea l’archivio aggiungendo i files, -m0 (è uno zero) è il rapporto di compressione (0 è il valore per lo “store”), -v100000 è l’opzione che permette la divisione dell’archivio in parti da 100 MB (è espresso in byte), poi si mette il percorso con il nome dell’archivio da creare e infine il percorso del file di origine.

Il risultato saranno quaranta (40) file da 100 MB nella cartella “archivio”:

esempio.part1.rar
esempio.part2.rar
esempio.part3.rar

…ecc…

Se avessimo voluto creare invece un archivio multiplo (sempre senza compressione) con estensione TAR il comando da lanciare sarebbe stato il seguente:

tar -c -L 1000000 -f 1.tar -f 2-tar -f 3.tar -f 4.tar -f 5.tar /home/nomeutente/Scrivania/esempio.iso

Come vedete ho volutamente aumentato la grandezza dei file multipli perché altrimenti avrei dovuto scrivere quaranta volte l’opzione -f 1.tar -f 2.tar … -f 40.tar. Questo perché con il TAR dobbiamo decidere noi in quanti file vogliamo spezzare esempio.iso.

Mettendo l’opzione -L 1000000 decido che esempio.iso verrà suddiviso in file da 1000 MB (1 GB). Conoscendo la dimensione originale so che servono almeno 4 file da 1 GB per spezzare un file unico di 4 GB. Ho messo anche l’opzione -f 5.tar per sicurezza in quanto il file originale potrebbe essere 4010 MB e non 4000 MB precisi. Sempre meglio inserire un file in più per sicurezza.

Quindi per creare archivi multipli non compressi meglio TAR o RAR? Beh sicuramente il RAR è più compatibile con i programmi per gestire gli archivi disponibili su Windows, ma anche il TAR viene tranquillamente aperto da programmi come IZArc. Scelgo RAR in quanto crea da solo gli archivi e ci pensa lui a creare le parti. Il TAR invece richiede l’inserimento dell’opzione -f tante volte quante sono le parti in cui vogliamo spezzare il file unico esempio.iso

Questi due semplici comandi teneteveli da parte se siete soliti spezzettare gli archivi senza comprimerli. Se oltre alla divisione in parti volete anche comprimerli allora basterà utilizzare il menù di Ubuntu cliccando tasto Destro sul file da eleborare, scegliere rar e mettere la spunta a “Dividere in volumi da”. (vedi foto iniziale)

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